Paolo Fresu con “Vinodentro” al Vittorio Emanuele: opera, jazz e tango in un sol bicchiere
di Marta Cutugno
Il 13, 14 e 15 marzo Paolo Fresu è stato eccelso protagonista dello spettacolo “Vinodentro“, l’insieme dei brani-colonna sonora dell’omonima pellicola cinematografica liberamente ispirata al romanzo di Fabio Marcotto: nell’eco del silenzio della sera e a passi lenti, il famoso trombettista jazz ha raggiunto il palcoscenico dalla platea suonando il suo flicorno, complice l’attento silenzio del pubblico stregato da quelle sonorità. Il film “Vinodentro” del 2014, diretto da Ferdinando Vicentini Orgnani, – regista che aveva già collaborato con Fresu nel 2002 per “Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni” – vede tra i suoi interpreti Vincenzo Amato, Giovanna Mezzogiorno, Lambert Wilson, Pietro Sermonti e Daniela Virgilio ed è stato presentato in anteprima al Noir in Festival di Courmayeur, ottenendo comunque maggiore visibilità all’estero piuttosto che in Italia. È la storia di un impiegato di banca, persona normale, che vende l’anima al diavolo, diviene un esperto e conosciuto enologo e alla fine si ritrova accusato dell’omicidio della moglie: profonda e pericolosa unione tra il mito del Faust e la passione per il vino.
Suono irresistibilmente ipnotico che mescola grazia e passionale tenacia e trascina in altra dimensione; suono introspettivo che emoziona, innamora e trova spazio nel suo romantico senso, velato di sensuale malinconia. A dirigere l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele – coinvolta in un continuo susseguirsi ed alternarsi di interventi, ora intimi ora incalzanti, che abbracciavano classicità, jazz, opera e tango – Daniele Di Bonaventura, autore degli ottimi arrangiamenti che con il magico suono del suo bandoneon ha interpretato in duo con Fresu anche le splendide versioni di “Non ti scordar di me” e di “Answer me, my love”; in programma anche il brano “Elogio della lentezza”, dedicato a Federico Fellini e composto proprio nel giorno della sua morte; parte integrante dello spettacolo, inoltre, due arie dal “Don Giovanni” di Mozart – “Fin c’han dal vino” e “Madamina, il catalogo è questo” – molto bene eseguite solo dall’Orchestra d’archi del Vittorio Emanuele: stretto è il connubio tra le arie mozartiane in programma e “Vinodentro“, in quanto, punto di svolta della trama del film è proprio il momento in cui il protagonista – Giovanni Cuttin – assaggia il “Marzemino”, un vino trentino citato nel libretto del “Don Giovanni” da Lorenzo Da Ponte. Subito dopo lo spettacolo, il pubblico è stato invitato a un rinfresco enogastronomico con degustazione di prodotti tipici e vini – offerti da due note aziende vitivinicole siciliane – nel foyer del Teatro.