Nabucco al Taormina Opera Stars per la regia di Enrico Stinchelli
di Marta Cutugno
Taormina Opera Stars: dopo la Nona Sinfonia di Beethoven diretta a ferragosto dal maestro Silvia Casarin Rizzolo, ieri sera è andato in scena “Nabucco“, l’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Temistocle Solera, ispirata al dramma “Nabuchodonosor” di Auguste Anicet-Bourgeois. La regia, le scene e il disegno luci di Enrico Stinchelli – con Maria Grazia Bonelli assistente alla regia – sono stati determinanti nella costruzione di un filo narrativo omogeneo, fluido ed innovativo. Una piattaforma rialzata fornita di scale è rimasta posizionata al centro della scena per accogliere i protagonisti e il conteso trono; ai lati, strutture verticali sorreggevano grandi torce di fuoco. Il contrasto-connubio tra tradizione ed innovazione ha trovato spazio tra antiche lance deposte, scudi in disuso e bodyguards con occhiali scuri; niente parrucche o ingombranti costumi ma tuniche, abiti dell’epoca odierna e maschere oro, ugualmente d’effetto.
Eleganti e studiati i movimenti scenici, in una lenta parabola del gesto continuo in cui i tormenti e le angosce dei protagonisti in balia di estremi eventi e perduti incanti prendono visivamente e magistralmente corpo: dal coro di Ebrei e Leviti all’interno del Tempio di Salomone, al fulmine che, per ira fatale, scoppia sul capo del Re vantator, il suo redimersi inneggiando all’Immenso Jeovha, fino a giungere alla richiesta di perdono della morente Abigaille. Numerose presenze sul palco tra interpreti, coro e figuranti, insieme all’Orchestra posizionata sul fondo del palcoscenico e dietro l’azione: scelte queste che, all’occhio dello spettatore, hanno reso lo spazio compatto, fruito nella sua totalità e senza vuoti. Suggestiva la lunga sfilata di comparse con lumini in mano che, avanzando in mezzo al pubblico hanno raggiunto la scena durante il coro del “Va pensiero”. Interessante e molto curato il gioco di luci che, di volta in volta, è risultato parte integrante dell’impianto scenico, sottolineandone impeto e atmosfera.
La direzione del maestro Eddy De Nadai alla guida dell’Orchestra del Taormina Opera Stars non può definirsi propriamente accurata ; discreta la performance del Coro diretto dal maestro Anelia Deceva.
Nel cast: grande presenza scenica ed eleganza vocale per l’affermato baritono Alberto Gazale come Nabucco; Rebeka Lokar, soprano sloveno di puro talento selezionato nelle audizioni dei mesi scorsi, ha egregiamente interpretato una Abigaille forse poco generosa scenicamente ma determinata e di carattere; buone le prove di Antonella Carpenito (Fenena), Antonio Di Matteo (Gran Sacerdote), Ernesto Morillo (Zaccaria), Angelica Meo (Anna) e un ottimo Alessandro Cosentino come Abdallo. Molto poco convincente Alfio Marletta Valori (Ismaele).
Presenti anche due figure silenziose: Rosa Maria Scopelliti come Dea, d’oro vestita, e la piccola Marzia Panarello nei panni di un bambino che, apparso più volte sulla scena in lunga tunica, ha simbolicamente rappresentato la nascente nazione di Israele. Curate e gradevoli le coreografie di Alessandra Scalambrino per il corpo di ballo “Danza Taormina“. Il pubblico ha salutato entusiasta l’intero cast con lunghi applausi e consensi.
Il Festival prosegue stasera con il Gran Galà “L’Italia InCanta”.
Per informazioni e biglietti visitare il sito http://taorminaoperastars.it