Il prezioso tempo sospeso “nta ll’aria” di Tino Caspanello al Teatro dei 3 Mestieri
di Marta Cutugno
“si vidunu tutti cosi nta ll’aria / puru chiddi chi non si vidunu”
Messina. È su un balcone, piccolo universo “nta ll’aria”, che si arma e scioglie lo spettacolo scritto e diretto da Tino Caspanello ed andato in scena sabato 10 e domenica 11 febbraio al Teatro dei 3 Mestieri – una produzione Teatro Pubblico InCanto. In scena Cinzia Muscolino, Tino Calabrò e Alessio Bonaffini.
C’è molto di profondamente sensoriale, simbolico ed impercettibile in questa sospensione dai luoghi, dal tempo, dal giudizio. La silenziosa presentazione di Felice e Mimí, due operai in tuta da lavoro intenti a carteggiare prima di “pittàri” la ringhiera di nero, è incipit nella celebrazione della diversità e dell’apertura al diverso. Un discutere lento e dilatato insinua la solita operosità fin quando dalla tenda a frange arriva lei, con la sua borsa ed un ventaglio sgarrupato, una sigaretta, l’acqua, il caffè, il vino, “u pani ca salami”. Nella sovrapposizione dei due abiti del personaggio femminile – uno della festa, l’altro sgualcito – alberga l’essenza intima del prossimo. Il testo di Tino Caspanello, nel dialetto messinese quello parlato, più immediato e vicino al dire di tutti i giorni, lascia che tre solitudini si incontrino in quei pochi metri quadrati in affaccio sul mondo: al pari dei bisogni essenziali come la fame e la sete, vengono rappresentate la ricerca di attenzioni semplici, di compagnia, di condivisione e la necessità di continuare a sognare nonostante tutto, ad occhi chiusi. C’è un luogo immenso in ognuno di noi, sotto le palpebre serrate, nel colore del buio che è tutto ed è niente per ciascuno: Cinzia Muscolino, Tino Calabrò e Alessio Bonaffini lo hanno descritto ottimamente, modulando tutte le sfumature degli stati d’animo richiesti e tramutando la diffidenza in complicità. Lo spettatore viene, dunque, accompagnato con sensibilità in quella piccola parentesi di sogno in cui la musica non la sento soltanto chi non vuole sentirla – “non si senti nenti picchì vui non vuliti sèntiri – alla ricerca di un posticino da occupare in questo mondo. In “nta ll’aria”, Caspanello racconta la preziosità del necessario spingersi oltre i nostri perimetri per abbracciare la ricchezza dell’altro, con la meraviglia della semplicità che fa sorridere e commuovere.
“Due operai, un balcone da dipingere parole senza peso per far scorrere il tempo. E potrebbe essere l’eternità, così, per sempre, con la sua logica, le sue certezze, la sete, la fame e la solitudine. Potrebbe essere così, per sempre, se non arrivasse qualcuno che è fuori dal disegno, fuori dalla perfezione, qualcuno che non sa dove andare, perché trovare un post. Nel cuore, e orami quasi impossibile; qualcuno che però ha molto da offrire, tra un caffè e l’altro, tra un bicchiere di vino e un sogno rubato all’immaginazione; qualcuno che ancora guarda il mondo e lo ascolta, oltre i suoi rumori, oltre il suono delle sue parole, per scoprirne i segreti che viaggiano sorto la sua pelle”.
“nta ll’aria” – di Tino Caspanello
con Cinzia Muscolino, Tino Calabrò, Alessio Bonaffini
Costumi Cinzia Muscolino
Regia e Scena Tino Caspanello
Produzione Teatro Pubblico Incanto