Il paradiso di Gershwin al Messina Sea Jazz 2015
di Marta Cutugno
Eccezionale concerto al Teatro Vittorio Emanuele, per la penultima tappa del Messina Sea Jazz Festival. La manifestazione – per la direzione artistica del maestro Mazzarino e la direzione di produzione artistica del maestro Renzo – è stata inaugurata lo scorso 29 maggio con l’Anteprima/Omaggio a Cole Porter “You’re The Top” e saluterà lo Stretto con la maratona “Strettamente Jazz” a bordo della nave Vestfold domenica 7 giugno, dalle 17:00 alle 22:00.
Ieri sera, nella prima parte dello spettacolo, si è esibito il Sam Mortellaro Trio – composto da Sam Mortellaro al pianoforte, Angelo Minacapilli al basso e Francesco Alessi alla batteria – con la partecipazione del ventenne Nicola Caminiti al sassofono contralto: tra i brani eseguiti “Dolphin dancing” e – composizione di Mortellaro – “Good for You“.
A seguire, l’attesissimo “George Gershwin, una scala verso il paradiso”, indiscusso concerto-gioiello dell’ edizione 2015 del Messina Sea Jazz. Per questa fantasia rapsodica su temi di Gershwin ideata, arrangiata e diretta dal maestro Cettina Donato, sul palcoscenico, uno strepitoso quartetto jazz – con Stefano Di Battista, sassofonista di chiara fama, Seby Bugio al pianoforte, Alberto Fidone al contrabbasso, Giuseppe Tringali alla batteria – insieme ai 46 elementi dell’Orchestra Sinfonica del Teatro Vittorio Emanuele. [Il validissimo trio Bugio – Fidone – Tringali è già conosciuto come Urban Fabula]
Cettina Donato – maestro messinese apprezzato a livello internazionale – con la sua elegante determinazione, ha saputo non solo plasmare una partitura dal gran carattere ma anche far emergere una qualità assoluta, complici una direzione precisa e un arrangiamento denso, fitto ma estremamente limpido in contenuti e in stile. Gli inconfondibili tratti stilistici del maestro americano, infatti, hanno trovato corpo nella disinvolta perizia del quartetto jazz con i “giochi pirotecnici” di Stefano Di Battista al sassofono – contralto e soprano – e nelle supreme finezze di cui è stata capace l’ Orchestra del Vittorio Emanuele.
Uniti agli echi intramontabili delle opere più conosciute di Gershwin, in programma due rielaborazioni di frammenti di “An American in Paris”, “I’ll Build A Stairway To Paradise” – “Costruirò una scala per il paradiso” che – brano di apertura – ha anche ispirato il titolo dello spettacolo; e poi “Summertime“, “The Man I love”, “Love Is Here To Stay”, “Nice Work If You Can Get It”, “They Can’t Take That Away From Me”, “Embraceable You”, “I Got Rhythm”: reinterpretati, rivisitati nel coinvolgimento generale di artisti e pubblico che ha risposto con lunghi applausi. Suoni scritti ed improvvisati per un convoglio di energie positive che ha oltrepassato il palco e ha raggiunto ogni angolo del Teatro: alla fine del concerto, gli artisti sono stati richiamati più volte sulla scena dal loro pubblico, palesemente colpito ed entusiasta.
Questa volta le parole servono meno di altre volte. Stavolta bisognava esserci.
Marta Cutugno
Paolo Galletta Fotografo