Emozioni Sold-out per il Concerto di Capodanno al Vittorio Emanuele
di Marta Cutugno
Teatro Vittorio Emanuele, Messina. Emozioni da sold-out hanno abbracciato ieri il primo teatro cittadino per il consueto Concerto di Capodanno. Sul palcoscenico, l’Orchestra del Vittorio Emanuelediretta dal Maestro Marco Alibrando insieme alla pianista di fama internazionale Gilda Buttà: un programma denso ed impegnativo che ha aperto le porte al 2016 con l’ Ouverture dal Guillaume Tell di Rossini. Preludio all’ultima opera del pesarese (1828) e composta in quattro distinte sezioni in forma di vero e proprio poema sinfonico, l’ouverture introduce, in punta di piedi, nella rarefatta atmosfera campestre: l’abile bacchetta del Maestro Alibrando, con fresco lirismo, prorompente rigore ed aderenza stilistica da manuale, conduce dapprima verso il temporale e poi al ranz des vaches, dolce canto dei pastori delle Alpi prima del “tutta forza” – così come recita la partitura – della rinomata cavalcata che verrà ripetuta in bis a fine concerto.
Grande attesa per la sezione centrale del programma dedicata al genio compositivo dell’ americano George Gershwin: “I Got Rhythm Variations“, le variazioni per pianoforte e orchestra sulla song del 1930 (testo del fratello Ira Gershwin) e “Rhapsody in Blue” nata tra il 1923 ed il 1924 per due pianoforti e successivamente orchestrata ed eseguita per la prima volta il 12 febbraio del 1924 all’Aeolian Hall di New York dall’Orchestra di Paul Whiteman e lo stesso Gershwin al pianoforte, un successo alla presenza, tra i molti, di Kreisler, Stravinsky, Rachmaninov, Stokowski, Sousa e Heifetz.
Per il capodanno messinese, ospite d’eccezione la famosa pianista Gilda Buttà, artista dal vasto repertorio (da Mozart a Beethoven, Brahms, Gershwin, Rachmaninov, Shostakovich ai contemporanei tra cui Nyman) e dalle illustri collaborazioni prima fra tutte la più che ventennale con il Maestro Ennio Morricone. Se in I Got Rhythm, ci si aspettava dal maestro Buttà superiore verve interpretativa, è in Rhapsody in Blue che la stessa, come piuma o in affondo sulla tastiera, regala attimi di maggiore coinvolgimento sostenuta dall’ intesa artistica con il Maestro Alibrando il quale, da abile cesellatore nell’incalzare di tempi e dinamiche, trae il meglio dall’ottima Orchestra del Vittorio puntando al calzante accordo tra tradizione classica, jazz e blues.
Salta dal principio ed irrimediabilmente all’occhio ed all’orecchio la mancanza sul palcoscenico della camera acustica – condizione di base, in circostanze come questa, nel rispetto dell’impegno dei quasi settanta professionisti coinvolti e della fruizione del pubblico – che penalizza in particolar modo l’esecuzione, seppur buona in intenzioni e carisma, del Bolero di Maurice Ravel. Immancabile il valzer op. 314 di Johann Strauss jr (1866) “An der schönen blauen Donau” restituito dall’Orchestra con eleganza e sognante grazia, momento di grande effetto. Per un primo fuori programma a sorpresa, giunge sul palcoscenico il maestro Cettina Donato che dirige un suo personale arrangiamento di “Jingle Bells“, splendida versione che, tra il frizzante ed il nostalgico, si esprime in tutta la sua originalità. Durante il brano diretto dal maestro Donato, arriva anche la gradita incursione pianistica del direttore artistico per la musica Giovanni Renzo che, tra i suoi amati tasti, porge al pubblico messinese gli auguri per il nuovo anno prima di essere richiamato simpaticamente all’ordine da Gilda che lo Buttà fuori scena. Ultimo esplosivo bis, come anticipato, è la “cavalcata” rossiniana preceduta dalla Marcia di Radetzsky che, come sempre ed in ogni dove, richiama la partecipazione di tutti i presenti.