ArnesiDaSuono 10 – Güiro: versatile grattugia sonora
di Marta Cutugno
Idiofono a raschiamento detto anche Calabazo, Guavo, Rascador, Raballera, il Güiro affonda le sue radici storiche nei riti tradizionali bantù del Congo e nelle cerimonie degli schiavi africani dedicate agli Orisha. Ad oggi, risulta essere uno degli strumenti più impiegati a Cuba ed a Porto Rico. Nella musica caraibica e latinoamericana accompagna, insieme a maracas e legnetti, generi quali rumba, salsa, bomba, samba, merengue, cha cha cha ecc. È, inoltre, presente nelle odierne cerimonie della politeista Santeria cubana di origine Yoruba, suonato da esperti esecutori.
Secondo le antiche tecniche di costruzione, il Güiro veniva ricavato svuotando il frutto di una pianta tropicale, la “güira“: la forma, spesso leggermente ricurva, era allargata alla base ed andava stringendosi verso l’altra estremità; la superficie esterna del frutto, una sorta di zucca, era intagliata con incisioni regolari di due millimetri circa nella parte anteriore e sfregata con una bacchetta dura.
Il Güiro “moderno” è costruito in legno, plastica, fibra di vetro o metallo (tipico del merengue, di origine dominicana); una mano sostiene il corpo dello strumento – inserendo le dita in fessure sul retro, se presenti – mentre l’altra sfrega il bastoncino (di legno, metallo o canna) sulle scanalature. Il suono prodotto è forte ed acuto: naviga a frequenze medio-alte e, spesso, accompagna ritmicamente altri strumenti.
Per le sue caratteristiche e l’immediatezza d’esecuzione – che tuttavia, come abbiamo visto, appartiene ad uno strumento che ha una sua storia, pertanto da non sottovalutare o considerare banale – il Güiro è anche compreso negli strumentari didattici, nelle versioni in legno o in plastica e dotato di manico per risultare ancora più maneggevole: una ‘grattugia’ musicale, un ‘giochino’ in più per i piccoli e meno piccoli che vogliono esplorare il mondo dei suoni.