APOGOD PROJECT A Prog Bible | Patrick Fisichella e Giovanni Puliafito incidono l’Antico Testamento in Metal Prog
di Marta Cutugno
Pubblicato il 28 luglio e presentato in conferenza stampa presso la splendida VillaCianciafara – storica dimora settecentesca che sorge a Messina in Contrada Regia Corte, Zafferia – AProgBible è un concept album firmato ApoGod, un progetto musicale nato nel luglio del 2018 da un’idea del duo siciliano formato da Patrick Fisichella e GiovanniPuliafito.
Due musicisti di altissimo valore artistico che, dopo circa vent’anni di intense collaborazioni e produzioni con e per altre realtà, hanno deciso di dedicarsi ad un progetto proprio, che finalmente rispecchiasse il loro modo di fare musica. Attraverso un capillare lavoro di composizione, i due messinesi hanno creato una realtà prog-metal che va a conciliare i trascorsi, le esperienze, le ispirazioni e la formazione di ciascuno dei due ad un’impronta altamente concettuale: mettere in musica la loro personale visione dell’Antico Testamento. Lo stesso moniker ApoGod spiega appunto quanto l’opera si fonda su una scrittura che può essere considerata “Apocrifa“, perché interpreta il Testo Sacro in modo libero, considerandolo alla stregua di un poema epico, emozionante, avvincente e cruento, ma anche “Apostatica” proprio per le idee e gli orientamenti degli autori. “APO” è inteso anche come acronimo di AnotherPointOf (view). AProgBible, si focalizza sugli argomenti narrati nei primi due libri dell’Antico Testamento/Torah: Genesi ed Esodo. Notevoli i contenuti tecnici di questo lavoro, che scaturiscono dalla importanti esperienze maturate dai due mastermind nel mondo del cinema e del teatro.
A moderare la conferenza di presentazione, il giornalista Francesco Gallina che ha sottolineato l’importanza e la particolarità per la città di Messina di avere due musicisti che coltivano un genere che in nord Europa, per esempio, è da tempo considerato patrimonio nazionale tanto da guadagnare le prime serate negli show televisivi. Gallina si è soffermato sulla poco conoscenza del metal, un genere che sa essere estremamente colto e raffinato, che comprende al suo interno decine, centinaia di sottogeneri, dal classico hard rock, al jazz, al folk.
Dopo i dovuti ringraziamenti a Davide Liotta e al proprietario di Villa Cianciafara , il professore Mallandrino, Fisichella e Puliafito hanno raccontato al numeroso pubblico intervenuto la genesi e le evoluzioni legate alla composizione dell’intero album, coinvolgendolo – in chiusura – anche con alcuni ascolti.
“ Il nostro fare musica tenta di essere un coacervo di generi – ha spiegato Patrick Fisichella – un calderone nel quale c’è dentro tanto roba, tutta quella che è la nostra cultura e la nostra conoscenza musicale per cui si va dal funk a costruzioni prettamente jazz. Al suo interno ci sono sostituzioni armoniche, ma anche tonalità parallele, c’è davvero moltissimo che solitamente non è da considerarsi prettamente Metal”.
Giovanni Puliafito insiste sulla fitta collaborazione che vede i due artisti condividere idee e percorsi da almeno due decenni. “Abbiamo lavorato insieme, in simbiosi. – spiega – Ciascuno ha messo dentro ciò che può e sa fare, integrando e confrontandoci su ogni piccolo particolare. È un lavoro a quattro mani realizzato in quattro anni”.
Ma da dove è partito tutto? Quattro anni fa, durante una festa di compleanno, un amico comune fece notare ai due che, nella lunga attività condivisa e ventennale, avevano sempre messo le loro professionalità a servizio di progetti altrui senza mai lasciare spazio a qualcosa che fosse realmente personale, più vicino al loro sentire, al loro gusto. Fisichella e Puliafito colsero che forse era arrivato il momento di trovare una strada da condividere e su cui apporre la propria originale firma compositiva. Quella stessa notte Patrick Fisichella compose i primi due pezzi dell’album appena presentato (poi diventati il brano 3 e il brano 8 del disco) e alle sei del mattino seguente li condivise con Giovanni.
“Il file ruoge dell’intero album è il rock metal progressive – afferma Fisichella. I riferimenti principali sono le band che negli ultimi vent’anni hanno formato me e Giovanni a partire sin dagli anni della adolescenza, dai Dream Theater ai i Symphony X per finire ai Rush e oltre. Ma non solo. Nel disco è evidente, per esempio, la formazione classica di Giovanni che si è occupato di tutte le orchestrazioni. Tutte le parti orchestrali sono sue figlie”.
Fisichella poi, si è soffermato ampiamente sulla matrice concettuale di questo lavoro discografico: “Si tratta di un concept album che narra di eventi che risalgono a prima della creazione. Siamo partiti dal nulla per giungere fino alla fine dell’Esodo. Esiste anche una sorta di pre-genesi, con l’idea di bolle del multiverso che urtano per creare un nuovo universo. Ci siamo chiesti come realizzare in musica questa immagine e vi abbiamo dedicato tantissimo tempo”.
Partendo dalle dodici note del sistema cromatico, i due compositori hanno scritto i primi 2.22 del disco tirando a sorte due dadi (che costituiscono le dodici possibilità di suono della scala cromatica). Al minuto 2.22 Fisichella e Puliafito fanno scattare il Big Bang e la costruzione dell’universo si prolunga per i sei minuti successivi. Sei come i giorni in cui Dio creò tutto. Ad ogni minuto corrisponde un giorno della creazione. In ciascuno di questi sei minuti sono contenuti i semi, gli atomi di tutti i brani che vanno a comporre l’album. Vengono presentati i riff e le linee melodiche che poi vanno ad espandersi in tutte le dieci tracce di un brano.
“Una sorta di Ouverture così come la troviamo nelle opere liriche” – aggiunge Giovanni Puliafito – “un’introduzione che predice tutti i temi fondamentali dell’opera, per cui molti brani sviluppano idee che facciamo sentire nel primo brano. Un lavoro consistente che si è evoluto nel corso dei quattro anni così come è avvenuta in noi una maturazione. Brani visti rivisti e modificati proprio fino all’ultimo, sia dal punto di vista compositivo che per quel che riguarda i suoni, le orchestrazioni, le strumentazioni”.
Al disco hanno preso parte altri importati personalità musicali, il batterista Salvo Pennisi, il tastierista Gabriels, Salvo Cappellano che è la voce principale dei quattro brani cantati. Un quinto brano è cantato da un artista che ha scelto di restare nell’anonimato, che ha aderito con piacere al progetto ApoGod ma non vuole che sia resa nota la sua identità. A Silvia Bruccini e alla sua splendida voce è affidata l’unica ballade presente nel disco, un pezzo a cui il duo tiene particolarmente. Presente anche il batterista e percussionista Francesco Aiello che ha egregiamente introdotto la song 7 dedicata alle piaghe d’Egitto.
“Ringraziamo Domenico Puzzolo – ricorda in chiusura Fisichella – che ha curato la grafica dell’album, impreziosita da vere e proprie opere d’arte a partire dalla Salomè disegnata in copertina”.
Giovanni Puliafitoè diplomato in composizione, pianoforte e didattica della musica al Conservatorio Corelli di Messina, ha conseguito il Diploma di Merito al Corso di musica per film presso l’Accademia Chigiana di Siena sotto la guida del Maestro LouisBacalov, ha vinto numerosi premi ed è autore di varie colonne sonore per pellicole di grande successo. Su tutti Ho sposato mia madre di Domenico Costanzo. Patrick Fisichella, pure autore dei testi dell’album, oltre ad aver prodotto numerosissimi CD che spaziano dal jazz al metal, a essere insegnante di chitarra abilitato dalla Yamaha per i corsi di chitarra e dal 2013 unico esaminatore ufficiale per la Sicilia, è da sempre nel mondo del teatro come autore delle musiche per varie pièces. Tra le tante cui ha dato un’impronta, si è occupato del Sound Design e della fonica dal vivo per l’intera tournée italiana dello spettacolo Il Mio Nome è Caino,tratto da un testo diClaudio Fava e interpretato dal celebre attore Ninni Bruschetta.