Mare ed Essere in Contrappunto – “Naufragio” di Auretta Sterrantino per Atto Unico
di Marta Cutugno
… e tu, Perseo, che sei la Vita in un Naufragio …
Messina. Domenica 15 aprile, in S.Maria Alemanna, è andato in scena “Naufragio” spettacolo scritto e diretto da Auretta Sterrantino per la V stagione di Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena, QA Produzioni. Unica interprete è Marialaura Ardizzone accompagnata dalle musiche composte ed eseguite dal vivo da Filippo La Marca, allestimento di Valeria Mendolia e disegno luci di Stefano Barbagallo.
Un naufragio, due fonti di ispirazione. Il celebre frammento del poeta lirico greco Simonide di Ceo apre una parentesi di riflessione sul temperamento forte e ribelle di una donna e sul libero arbitrio. Il mito narra dell’occulto proferire di un oracolo che aveva spinto Acrisio, re di Argo, a rinchiudere la figlia Danae in una torre per sfuggire alla morte per mano di un futuro nipote. Ma il padre degli Dei, Zeus, riesce ad insinuarsi nella prigione sotto forma di pioggia dorata e dall’unione con la principessa segregata nasce Perseo. Lo spettacolo messo in scena da Atto Unico realizza uno dei più potenti testi scritti e diretti da Auretta Sterrantino negli ultimi anni e sviscera il dramma di Danae e del suo bambino richiusi in una cassa e gettati in mare. Tenacia e forza di ribellione sospingono un’unica voglia, il primo ed unico diritto : Essere.
La scena, ricavata nel cuore della chiesa gotica, presenta una struttura lignea con aperture in trasparenza, confine che accoglie, su un blocco di tre scalini, la “piccola fanciulla senza senso”, lì adagiata e silenziosa in attesa che il pubblico prenda posto. La veste un drappo blu cobalto ricco di sfumature che nasconde il capo e copre i pizzi bianchi e puri dell’abito, disegnando la curva di un’onda, dal ventre al suo ricciolo. Nei versi possenti di Danae sono le immagini ed i ricordi di una vita scandita in monologo e pervasa dal desiderio di imporsi, di esistere in quanto essere.
“So di essere e sento di non dover chiedere scusa”. Il moto, la corsa, la danza sono espedienti di sopravvivenza e riempiono gli spazi più reconditi dell’anima da cui sgorga quella “voce di fanciulla che risiede dentro me”.
Naufragio è preludio, quattro movimenti, una fuga. Seconda fonte di ispirazione sono i primi quattro concerti per violino de “Il cimento dell’armonia e dell’inventione” di Antonio Vivaldi. Sul modello de Le quattro Stagioni del Prete Rosso si ricalcano le quattro fasi della vita del personaggio che principiano con la primavera dell’infanzia e tramontano con l’inverno della maturità e dell’esilio. Partendo da una composizione originale – Preludio e Fuga – ottenuta dallo studio di Bach e Dallapiccola, Filippo La Marca propone i quattro movimenti eseguiti dal vivo e riarrangati per pianoforte, in nuova veste rispetto alla versione per quartetto d’archi del debutto in agosto scorso a Capo Rosocolmo. Le sonorità che La Marca ha riservato a Naufragio si pongono a completamento, a supporto del testo amplificandone significati e tormenti. Ma non solo. Dal miscroscopico al macroscopico, dal singolo suono alla struttura, “Naufragio” richiama continuamente l’intrecciarsi di parola, azione e musica: basti pensare alla fuga quale forma polifonica che impone l’imitarsi ed il rincorrersi delle voci così come il vortice delle correnti che spingeranno la madre ed il figlio fino alla “Terra!”, fino alla Vita. Marialaura Ardizzone è interprete generosa, di una delicatezza disarmante. I suoi sono gesti di grazia e sconvolgimento, lo sguardo è perso ed emozionato fino alla commozione, la voce modulata allo stremo, segno di uno studio approfondito ed attento delle inflessioni e degli accenti richiesti dal testo. Agli occhi dello spettatore, l’interprete lascia che i suoi interlocutori, i grandi assenti, si materializzino ma non la pieghino, la affliggano ma non ne condizionino il destino. Suo unico compagno, il Mare, contrappunto dell’Essere.
“Temo ciò che sarò. La mia casa sarà altrove…
Atto Unico torna alla Chiesa di S.Maria Alemanna domenica 13 maggio con “Contrada Acquaviola N 1” di Simone Corso per la regia di Roberto Bonaventura, con Antonio Alveario e Simone Corso, architetture di carta di Nunzio Laganà, disegno luci di Stefano Barbagallo, una produzione Nutrimenti Terrestri – Castello di Sancio Panza.
Stefania Mazzara Photographer