Clan Off: eternità d’amore e di rivoluzione per “Il beniamino delle farfalle” di e con Norberto Presta
di Marta Cutugno
Messina. Il cambiamento è vita e comporta sentieri pieni di fiori e sangue. “Anna tu vorresti che fossero solo fiori ma questo nella vita non può esistere“. La rivoluzione è sangue, rosso come quelle fluttuanti farfalle di carta tra le mani degli spettatori al Clan Off Teatro mentre in scena Norberto Presta racconta di Nikolaj Ivanovič Bucharin. Bucharin, tra i massimi esponenti della Rivoluzione di Ottobre e membro del Comitato Centrale, fu il principale teorico del Partito Comunista Russo, liquidato ed assassinato da Stalin dopo i processi di Mosca.
“Il beniamino delle farfalle” di e con Norberto Presta per la regia di Lambert Blum è sesto appuntamento della stagione #r-esistenze al Clan Off Teatro con la direzione artistica di Mauro Failla e Giovanni Maria Currò. È un testo di amore, morte e rivoluzione che si ispira alla metamorfosi della farfalla, memore della visita di Bucharin al Museo Di Scienze Naturali di Amsterdam. Il russo Bucharin è oramai prossimo all’esecuzione e decide di salutare la moglie Anna con poche parole scritte. Quella lettera giungerà alla consorte solo cinquantacinque anni dopo e lei non rinuncerà ad una amorevole risposta.
Il regista, attore e pedagogo italo-argentino accoglie gli spettatori quando si trova già sulla scena. I posti a sedere, che cingono semi-circolarmente lo spazio e, tra questi, un posto occupato dalla sua giacca, preannunciano l’interazione che da lì a poco si instaurerà tra le parti. Presta è immerso in un palcoscenico vuoto che ospita soltanto una sedia. Un orologio da taschino viene fatto pendere dal soffitto, rianimato di tanto in tanto da quel tocco che lascia ripartire il tempo scenico. Non ci sono elementi terzi e non se ne sente la mancanza. Le prime battute sono affidate al racconto di barzellette a doppio senso di cui il personaggio era appassionato e ne dipingono, in una certa misura, una leggerezza voluta. Il pubblico è coinvolto e chiamato, con piccoli gesti, a sostenere la narrazione, ad osservare le foto dei personaggi che scorrono di mano in mano. In mezzo agli spettatori, Bucharin riconoscerà ogni volta l’amata Anna e le chiederà di ballare.
A giocare un ruolo fondamentale, la regia di Blum che porziona e gestisce abilmente lo spazio in cui l’interprete si muove, per la costruzione di un’altalena tra attore, personaggio e pubblico presente. A vantaggio di un testo interessante che indaga sul piano politico, personale e familiare, Blum punta sulla capacità emozionale di Presta che trova modo di propagarsi senza ostacoli. La storia di Bucharin investe completamente l’attore che, padrone del suo corpo, pianta i piedi in terra rendendoli, uno alla volta, perni di un’oscillazione metamorfica. Alla parola sofferta o leggera, al dialogo, alla trasformazione si alterna il suo movimento morbido, in ciclo continuo e senza interruzioni, con accenni a pochi passi di tango e piccoli equilibrismi sulla sedia, che è unico oggetto di scena. In mezzo a quel cerchio, solo un condannato ed un anelito d’amore per la moglie ed il figlio: beniamino delle farfalle e “beniamino del partito” come lo aveva definito Lenin. Uno spettacolo che colpisce per l’ordine e l’equilibrio di tutte le sue componenti: un testo dinamico che incastra i diversi aspetti della personalità di Bucharin e li mette a colloquio con l’attore stesso, l‘interpretazione di Presta che si sciolgie naturalmente in maniera fluida e sentita , la studiata regia che valorizza il monologo guardandosi bene dall’appesantirlo in alcun modo, le musiche e gli effetti luce più che pertinenti. Fanno da cornice al testo di Norberto Presta, le parole che i due sposi si scambiarono a mezzo secolo di distanza l’uno dall’altra:
“In ogni caso e qualunque sia il verdetto, ti vedrò dopo il processo, potrò stringerti le mani e baciarle. Arrivederci, amore mio. Tuo Nikolaj” – 15.1.1938
“Arrivederci Nikolaj, voglio dirti che non ho mai rimpianto di aver legato la mia vita alla tua. Dimenticarti è impossibile. La tua Anuschka”– 20.07.1992
FotoinScena di Giuseppe Contarini