Da Proust a Franck: quando la musica si ascolta in un romanzo
di Marta Cutugno
Sabato 12 novembre, al Palacultura Antonello, si è tenuto uno splendido concerto in onore di César Franck, terzo appuntamento nel cartellone della 66° stagione concertistica dell’Associazione Bellini e un dolce omaggio al compositore belga con “La Sonata di Vinteuil” – da Proust a Franck – “Quando la musica si ascolta in un romanzo”. Nel bicentenario della nascita di César Franck e nel primo centenario della morte di Proust, l’Ass. Bellini ha proposto un programma molto interessante con l’esecuzione della Sonata in La maggiore per violino e pianoforte di Franck eseguita dalla giovane violinista Fabiola Tedesco – venticinquenne, considerata una delle figure più interessanti e talentuose del panorama musicale italiano – e da Gloria Campaner al pianoforte. La sonata è dedicata al violinista e compositore Eugene Ysaye e rappresenta non soltanto il capolavoro di Franck per quel che concerne la sua produzione cameristica ma uno dei più grandi componimenti di tutta la musica da camera francese del secondo Ottocento. L’incantevole filo che lega Franck a Proust fa riferimento alla nota Sonata di Vinteuil, composizione musicale immaginaria per violino e pianoforte, più volte citata nel romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”. È vero che l’autore spiegò che i suoi modelli musicali furono tanti ma sottolineò spesso quanto la musica di Franck fosse per lui “principale nutrimento spirituale”. Incredibili le suggestioni scaturite dalla lettura di alcuni estratti dall’opera di Proust affidati alla voce di Giuseppe Ramires, ad inizio concerto e tra secondo e terzo movimento, un ponte gentile tra letteratura e musica che ha condotto lo spettatore dentro le atmosfere della “Recherche” proustiana, introducendo con garbo i movimenti della sonata di Franck. Le due interpreti hanno restituito vividamente l’intensità lirica della composizione e ne hanno lasciato trasparire quel rigore strutturale che sta alla base della forma ciclica. Un’esecuzione organica e compatta, tanto appassionata quanto puntuale, quella di Fabiola Tedesco e Gloria Campaner che insieme hanno miscelato rarefatte delicatezze a sonorità più ampie ed incontenibili tormenti. Protagonisti della seconda parte del concerto, la pianista Gloria Campaner e il Quartetto Noûs con Tiziano Baviera al violino, Alberto Franchini al violino, Sara Dambruoso alla viola e Tommaso Tesini al violoncello, impegnati dapprima nel Langsamer Satz per Quartetto d’archi di Anton Webern. Opera straordinaria e giovanile di Webern, tra gli allievi prediletti di Schönberg, fu composta nel giugno del 1905 a seguito di una gita insieme alla cugina Wilhelmine Mörtl, che nel 1911 divenne sua moglie. Si tratta di una dichiarazione d’amore in musica scritta nella forma di un Lied ed ancora fermamente legata a quel concetto di tonalità che da lì a poco sarebbe stato messo in discussione per navigare i mari della musica dodecafonica e seriale. Magistrale l’interpretazione del Quartetto Noûs, solida formazione che, deliziosamente e con finissima poeticità, ha disegnato i meravigliosi contorni di questo unico movimento lento in stile tardo romantico, eseguito per la prima volta a Seattle nel 1962 dal Quartetto d’archi dell’Università di Washington.
A chiudere il concerto, il Quintetto in fa minore per pianoforte e archi di César Franck che mantiene fede alla forma ciclica ed è dedicato a Saint-Saëns. I due musicisti avevano fondato insieme la Societè Nationale de Musique. Gloria Campaner e l’ottimo Quartetto Noûs hanno attraversato in modo egregio le complesse armonie e dinamiche di questa composizione dal sapore sentimentale, una delle perle più preziose di César Franck. Il concerto tutto si è fatto pregio della presenza e dell’assoluta grazia che notoriamente contraddistingue la pianista Campaner, già direttore artistico della Bellini. Il prossimo concerto dell’Associazione Bellini si terrà sabato 19 novembre al Palacultura con Ludovica Rana al violoncello e Maddalena Giacopuzzi al pianoforte, musiche di Martucci, Busoni e Cilea.