Arnesi Da Suono 50 – Marranzanu: scacciapensieri della Sicilia bedda
di Marta Cutugno
Tra gli strumenti del mondo, per la rubrica ArnesiDaSuono su Carteggi Letterari, non potevo dimenticare, da buona siciliana, di dedicare uno spazio di approfondimento al marranzano, strumento musicale della Sicilia bedda, espressione caratteristica della musica popolare della nostra Trinacria. Strumento delle campagne, d’amore e di ruberie.
Il marranzano viene detto anche marranzanu, mariòlu o ngannalarrùni, marauni, marranzuni, marrucchinu, malularruni, ‘ngannalatruni (ingannaladroni). Protagonista della musica popolare siciliana tutta, con le sue pizzicate sonore u marranzanu faceva compagnia a pastori e contadini di giorno ed accompagnava serenate, canzuni e tarantelle a sera, nelle occasioni pubbliche e private. Ma non solo. Giuseppe Pitrè, autore di “Usi e costumi, pregiudizi e credenze del popolo siciliano” e di “Giuochi fanciulleschi Siciliani” racconta:
“E’ univoca tradizione de’ nostri vecchi, che anticamente i ladri si servissero dello scacciapensieri, secondo alcuni per eludere la vigilanza della Giustizia, della ronda…; secondo altri, per rassicurare i viandanti nelle campagne, i quali credendo quel suono un passatempo di liete brigate non avrebbero sospettato di nulla; e secondo altri ancora, e sono i più, per intendersi i ladri tra loro da punti diversi.”
Che si appelli marranzano in Sicilia, Malarruni in Calabria, o Trunfa in Sardegna, lo scacciapensieri è un idiofono metallico a pizzico dalla particolare struttura forgiata a forma di lira, al centro della quale si trova una leggera lamella – linguedda, linguetta – che da un lato risulta saldata al corpo fisico dello strumenti, dall’altro invece è del tutto libera. Se la lamella costituisce il corpo vibrante, la cavità orale ne è la cassa di risonanza. Il marranzano si suona, infatti, tenendo vicina l’ancia libera agli incisivi e facendo attenzione a non urtare con i denti, per evitare eventuali danni che nella peggiore delle ipotesi potrebbero addirittura essere permanenti. L’ancia va pizzicata con il polpastrello del pollice e, variando di volta in volta l’ampiezza e le dimensioni della cavità orale insieme alla posizione della lingua, è possibile modificare l’altezza del suono prodotto e realizzare i suoni desiderati. Anche la respirazione sibilante e la produzione vocale di armonici possono essere funzionali all’esecuzione strumentale. Manifestazione significativa è il Marranzano World Fest che si tiene a Catania ormai da anni, dapprima con cadenza biennale, poi divenuta occasione annuale per celebrare questo strumento insieme a suonatori provenienti da ogni parte del globo: “Il Marranzano World Fest è una manifestazione senza scopo di lucro nata nel 2005 che promuove la musica e le arti tradizionali come strumento d’incontro tra i popoli, le generazioni e le diverse culture, la riscoperta delle tradizioni popolari in Sicilia attraverso il confronto con le musiche del mondo, per promuovere la cultura della tolleranza, del rispetto e del dialogo interculturale, interetnico, interreligioso”.
Che sia in metallo o in bambù, lo scacciapensieri è universalmente considerato uno degli strumenti più diffusi e più antichi del mondo – dello scacciapensieri si hanno tracce già a partire dal IV secolo – ed ha sempre trovato un equivalente dal diverso nome: Kouxian in Cina, Mukkuri in Giappone, Vargan in Russia, Kubing nelle Isole Filippine, Đàn môi in Vietnam, Xomus o Khomus in Turchia.